Visita il mio sito

Visita il mio nuovo sito

martedì 30 ottobre 2012

Lo Stomaco ribelle


 
Lo stomaco è un organo dell'apparato digerente che svolge la seconda fase della digestione successiva alla masticazione e deglutizione del cibo. Si suddivide in Cardias, la zona di transito tra stomaco ed esofago, che permette il passaggio del cibo imbevuto di saliva (bolo alimentare) in una sola direzione, dall'alto verso il basso, e ne impedisce il reflusso nell'esofago. Il Fondo che è una porzione a forma di cupola, che si appoggia posteriormente al diaframma, di solito piena d'aria e pertanto radiotrasparente. Il Corpo che è la porzione più ampia, caratterizzata da pareti con numerose pieghe che hanno lo scopo di rallentare il passaggio dei liquidi e del bolo alimentare. Il Piloro che è uno sfintere muscolare che collega lo stomaco al duodeno. È formato da fibrocellule muscolari circolari lisce ispessite intrecciate con alcune fibre muscolari oblique.
I gas generati dalla digestione del bolo tendono a risalire e concentrarsi nel fondo dello stomaco, che rappresenta l'area più superiore dell'organo. Nell'uomo lo stomaco ha un volume di 0,5 litri se vuoto, ed ha una capienza media, se completamente pieno, di circa 1-1,5 litri. Dopo un pasto normale, generalmente si espande per contenere circa 1 l di bolo, ma può anche arrivare a dilatarsi per contenerne fino a 4 l ed oltre, comprimendo però gli altri organi della cavità addominale e del torace.
In primavera e comunque nei cambi stagionali, tendono a riacutizzarsi una serie di disturbi e patologie legate allo stomaco come ad esempio il reflusso gastroesofageo e la gastrite ipersecretiva.
Il reflusso gastroesofageo, in pratica la risalita nell'esofago del succo acido dello stomaco, è un evento che accade di tanto in tanto anche negli individui sani, particolarmente nel corso del primo anno di vita, e nell'adulto, nelle prime tre ore dopo i pasti. I medici parlano di malattia da reflusso quando, al contrario, il numero dei reflussi, la quantità e qualità del materiale refluito, procurano fastidiosi e persistenti disturbi o, peggio, causano lesioni esofagee. I rigurgiti ripetuti, notturni e accompagnati da pirosi e dolore epigastrico e talora scialorrea , sono caratteristici della malattia da reflusso. Spesso il reflusso è accompagnato da particolari sintomi non sempre facilmente riconducibili ad un problema di stomaco come ad esempio dolori toracici e aritmie cardiache che possono essere scambiate per una malattia di cuore, tosse secca e insistente, accessi d'asma, o ancora raucedine o dolore alla deglutizione.
Tutti questi disturbi possono essere causati dai succhi acidi dello stomaco che, tornando indietro, irritano i nervi dell'esofago, influenzano la funzione del cuore, infiammano le corde vocali o, dopo essere stati aspirati in piccolissime quantità nei bronchi, scatenano accessi asmatici o polmoniti ricorrenti.
La gastrite invece è caratterizzata da una infiammazione della mucosa gastrica causata da una ipersecrezione di acido cloridrico che viene prodotto dalle cellule dello stomaco per la digestione dei cibi. Questa ipersecrezione può avere diverse cause: cattive abitudini alimentari, vita stressante, pasti veloci, ansia e tensione. Nei casi più gravi occorre utilizzare la terapia farmacologica che blocca la produzione di acido cloridrico, ma nei casi più lievi è consigliabile adottare alcuni accorgimenti e utilizzare rimedi naturali.
Sia nel caso di reflusso che per chi soffre di gastrite è consigliabile suddividere l'alimentazione in 4-5 piccoli pasti piuttosto che in 2-3 pasti abbondanti che gonfiano lo stomaco favorendo il reflusso o rallentando eccessivamente il transito nello stomaco. Inoltre occorre individuare gli alimenti verso cui si è intolleranti o comunque eliminare i cibi eccessivamente acidi come caffè, tè, cacao, pomodoro, zuccheri, grassi come panna, mascarpone e latte, agrumi, bevande gassate, alcool, e pane che spesso fermenta gonfiando lo stomaco. Preferire la verdura cruda ma compatta (carote, sedano, finocchio, ravanelli, cipolla) ed evitare quella in foglia (lattuga e insalata) perchè se non viene sminuzzata in maniera adeguata fermenta e gonfia lo stomaco (gli erbivori hanno tre stomaci per digerire le foglie e una dentatura che “macina” le fibre vegetali!). Infine non coricarsi prima di 2-3 ore dopo i pasti, non assumere a letto una posizione supina e non tenere cinture o abiti stretti.
Non meno importante è la componente emotiva: ansia e tensione sono alla base di molti problemi di gastrite. Rallentare il ritmo di vita, crearsi degli spazi per rilassarsi, dormire le giuste ore di sonno possono essere fondamentali per risolvere il problema. 
Infine non ci dimentichiamo che il nostro corpo non mente mai: un reflusso o una gastrite rappresentano il segnale che qualcosa nella nostra vita non riesce ad essere digerito e ci provoca tensione. E' importante per guarire comprendere e ascoltare questi segnali.
I fiori di Bach possono aiutarci e sostenerci in questi passaggi emotivi.

di Silvia Gnudi (maggio 2011)
http://www.riequilibrio.org

lunedì 29 ottobre 2012

Ruolo delle Stem Cells sull'iperplasia

Sento molto spesso parlare nelle palestre di ipertrofia, crescita muscolare, aumenti di volume, simili e tutto quello che ne deriva.
Nel corso degli anni specie i maschietti da canotta, caffè e sigaretta post allenamento, hanno sempre più frequentemente chiesto ad istruttori e tecnici metodi semplici e folkloristici con l'intento di mettere su Kg di massa magra e ridurre contemporaneamente l'adipe. Per la serie "non voglio fare tanto basta che metto su un fisico proporzionato, simmetrico, voluminoso e ultra definito!".
Difficile. Molto !
Circa 25anni fa, alcuni ricercatori dettagliarono indagini sulla massa muscolare di body builder/powerlifter e scoprirono con stupore che le fibre dei primi erano paragonabili a quelle di un sedentario! In entrambi i gruppi le fibre erano maggiori per sezione trasversa mentre nei soli powerlifter erano molte di più!!!
Stiamo parlando di moltiplicazione cellulare(iperplasia) che all'epoca nell'uomo era una sorta di bestemmia accademica! Successivamente ,con lo sviluppo sulle cellule staminali (capaci di maturare e specializzarsi anche in età adulta) si confermò la possibilità di proliferazione di nuovo tessuto funzionale (non mi dilungo a parlare di mio tubuli, mioblasti e blabla dato che l'esame di biologia l'ho già fatto).
Ora , assodato che vogliamo produrre iperplasia (wow, sarà facile e indolore cari tipi da spiaggia) andiamo sul pratico e utilizziamo un gergo più familiare.
Innanzi tutto è essenziale una lacerazione delle fibre; le lesioni miofibrillari liberano IGF-1 locale essenziali per la maturazione dei mioblasti. L'utilizzo di un carico ottimale è essenziale affinché dette lacerazioni non siano "patologiche" per la muscolatura e inibiscano l'opportuno reinstallo!!! (per dirvela alla crudele).
Toccando brevemente l'aspetto metabolico, questo lo possiamo toccare con il lavoro alattacido (accettatelo per fede altrimenti studiate i fenomeni di artiglio acto-miosinici sulla'actina blabla nonché la glicolisi e tutto il resto). Importante risulta la dispersione di CK e la successiva infiammazione tissutale badate ben diversa da un infiammazione lattacida e connettivale.
Altra prerogativa importante è la dinamica del movimento e sembra che la modalità "esplosiva" sia determinante ma non solo: il reclutamento è mai trascurabile e a volte attaccare un muscolo o distretto sentendolo garantisce scariche delle varie unità motorie molto maggiori! Detto ciò si deduce che i lavori a cedimento, incontrollati, in superserie, piramidali egiziani e via dicendo, risultano poco adatti ai fini riproduttivi per le miofibrille e troverebbero miglior applicazione in soggetti che vogliono impegnarsi più in modo cardiovascolare (se si vuol trovare un pregio in dette attività).
Veniamo al recupero tra le serie, un aspetto pratico non trascurabile; in una parola: completo!!! Se vogliamo aumentare potenza oltre a non andare a cedimento il sistema PCr deve essere rigenerato completamente per disporre di almeno egual controllo motorio e forza; impegno che non viene consentito sotto i 3-4' di recupero! (lo so vi sembrano una vita ma è anche il motivo per cui voi non fate mai oltre tre set alla panca con la stessa potenza).
Credetemi ho visto e vedo fare dieci per non dire VENTI serie di alcuni fondamentali (tra cui lo stacco) a veri manzi da ghisa che non si sgonfiano al sole d'estate nemmeno dopo tre settimane di stop.
Quanti di voi dopo 4-6giorni di assenza dalla sala pesi non si ritrovano panciuti si ma con arti da ragnetto?!?
Azzardo; più la vostra attività in palestra non dà intensità in ogni singola ripetizione, più le vostre ripetizioni sono lunghe tra le serie, più i vostri movimenti non sono controllati anche in condizioni di difficoltà, più andate sul lattacido: più andrete in catabolismo, più non otterrete forza, potenza e masse funzionali!
Ma perché il lattacido non dà vantaggi nell'ipertrofia??? Prima che me lo chiediate..vi anticipo dicendo che il lattacido fornisce ipertrofia dato che quest'ultima è un aumento di volume intramuscolare ma attenzione non per forza miofibrillare; ed è proprio quella sensazione tanto lodata dagli aspiranti "flex" della palestra che riscontrano alla decima-dodicesima ripetizione (o anche 15 e ho visto 20!) quando contenti si guardano allo specchio convinti che qualcosa sta cambiando. Tuttavia non dimentichiamo di dire a questi poco (non per loro colpa) istruiti soggetti che il lattato è un prodotto di una glicolisi andata a male, certamente meno in forma di quella che porta a piruvato!
Altro mito da sfatare, l'acidità portata dall'aumento dello stesso acido lattico può aumentare il GH o addirittura si sente il testosterone! Abracadabra, adesso ci siamo! Fosse così facile, purtroppo ci vorrebbe un capitolo a parte per spiegare ciò, certo accenniamo che l'aumento di parametri endocrini non è così facile né attuabile con la singola seduta di allenamento, tantomeno con l'alimentazione ipoglicidica e iperproteica serale (altra fallaccia generazionale); si tratta di processi ben più calibrati e duraturi. Di fatti se fosse così facile non avremmo più culetti flaccidi e nanismo ipofisario..non vi pare?!
Forse vi avrò annoiato abbastanza e per questo chiudo con il processo fondamentale (che ovviamente non vi spiego nelle componenti anche perché Davide mi sfotterebbe con l'espressione " che balle, come sei accademico) che chiude e resintetizza le fibrette maltrattate. La maturazione delle stem cells impiega fino a 20 giorni per realizzarsi ed il turn over proteico dura anche 5-6 mesi! Si avete capito bene, pensate che una buona notte Bonomelli di sonno sia sufficiente, o che la vostra dieta sieroproteine post work out più pollo tribollito serale basti per compensare!?!? Ancora una volta NO!
Vi anticipo che lo sviluppo iperplasico ha comunque diverse fasi, tra cui la fase infiammatoria, silente e compensatoria che si evidenzia in questi periodi con riduzione della forza, dell'escursione articolare, della necessità di sonno, fame, astenia per poi ritorni nella norma di appetito, forza e aumento di massa totale.
Chiudo con una riflessione sul lattacido da pompaggio: innanzi tutto come prodotto della sofferenza è un segnale di pericolo per gli organismi viventi, spesso costringe in posture o movimenti affatto fisiologici, molto ripetuti e quindi usuranti; utilizzando glucosio costringe per richiesta metabolica a introdurre glicidi ma allo stesso tempo limita la richiesta calorica non ottimizzando i meccanismi di sintesi! Mi fermo ma non è tutto, anzi è pochino per quello che ci sarebbe da dire.
Ho cercato di essere breve e intenso come la acclamata BIIO di Tozzi , che tanto fa in mezz'ora di training vero?? Io continuo a studiare, del resto lo dico sempre, ho due lauree ma lo studio migliore lo faccio giorno per giorno in palestra pensando a tutto il resto e mi scuso se vi ho fatto rendere conto che i sacrifici da body builder americani finora fatti vi hanno fatto perdere tempo e fibre. Pazienza, il granito non si scioglie al sole!
 
estratto dai lavori di Giovanni Cianti
www.giovannicianti.org

mercoledì 17 ottobre 2012

ORTODONZIA INTERCETTIVA E PREVENZIONE DELLE DISFUNZIONI GNATOPOSTURALI

L’ortodonzia intercettiva ha il fine di riconoscere le disgnazie e/o malocclusioni dentali in soggetti nei primi 3‐5 anni di vita in modo da intervenire in maniera più tempestiva possibile al fine di evitare la loro progressione verso forme più gravi e complicate, nonché alla prevenzione delle problematiche secondarie che esse possono essere determinate quali le problematiche posturali discendenti.
Il trattamento intercettivo quindi avrà tanto più senso quanto più precocemente verrà diagnosticato il problema e pianificato l’iter terapeutico: solitamente si tratta di piccoli pazienti in dentizione decidua o mista, in fase cioè di “crescita attiva”.
Il potenziale di crescita è la materia prima più importante di cui dispone l’ortodontista poiché intervenendo prima che esse sia conclusa è possibile raggiungere condizioni anatomiche e funzionali tali da permettere ai successivi processi di sviluppo cranio‐facciale di continuare a svolgersi in maniera normale.
Per questi motivi l’obiettivo finale del trattamento non sempre è quello di giungere a una risoluzione completa del caso, ma a volte conseguire un risultato parziale è sufficiente a stabilire i presupposti per l’estrinsecarsi di una crescita armonica.




clicca per leggere l'articolo completo del dott. Roberto Facecchia