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lunedì 17 dicembre 2012

Lo Psoas-Iliaco in una visione globale

L'intero sistema muscolare si comporta come una unica grande unità contrattile. La contrazione di una parte di essa determina modificazioni evidenti o poco percettibili in tutti gli altri distretti corporei. Vari autori hanno raggruppato i muscoli in catene muscolari. Le maggiori variazioni e relazioni avvengono tra muscoli della stessa catena. Secondo la metodica Mezieres le catene muscolari sono quattro. Il muscolo Ileo Psoas fa parte assieme al Diaframma della catena muscolare antero-interna del nostro corpo. Questi due muscoli hanno delle intime connessioni tanto da poterli considerare come un'unica unità funzionale. Alla contrazione del diaframma si può associare una co-contrazione dell'ileo psoas e viceversa. Una contrattura del diaframma determina una lordosi alta e corta tendente verso l'alto, mentre una retrazione dello psoas genera una lordosi più estesa orientata verso il basso.
Se a soggetti in tali condizioni chiediamo loro dalla posizione supina di elevare l'arto inferiore, notiamo spesso come alla realizzazione del gesto si associ un apnea. Essa è conseguente ad un blocco inspiratorio, sinonimo della co-contrazione del diaframma durante il movimento. Viceversa, sempre a paziente supino, se chiediamo una inspirazione forzata, noteremo un aumento della lordosi lombare e/o una leggera flessione anteriore del femore sul bacino, espressione questa volta della contrazione dell'ileo psoas. Questi due muscoli, secondo Mezieres, agiscono in sinergia con l'insieme dei muscoli posteriori della colonna. Considerando l'azione di un muscolo si deve tener conto che questa varia a seconda dei punti fissi e mobili. La funzione del muscolo dipenderà quindi dall'obiettivo prefissato nell'analisi – osservazione posturale ed i punti di applicazione delle forze cambieranno in base ad esso. Se i punti fissi sono il bacino ed il rachide, la contrazione isotonica dell'ileo psoas determina una flessione ed una extra rotazione femorale. Se il punto fisso è il femore, la sua contrazione isotonica determina la flessione in avanti e/o laterale del tronco a seconda dell'attivazione mono o bilaterale del muscolo. Gli accorciamenti muscolari hanno però un riflesso differente sui segmenti ossei. La retrazione permanente di un muscolo porterà all'avvicinamento delle inserzioni muscolari con riduzione della fisiologica distanza e dei normali rapporti articolari.
La variazione posturale determinata dall'accorciamento relativo dell'ileo psoas potrà essere valutata ed identificata facilmente in posizione supina dall'aumento della lordosi lombare e/o da una leggera flessione – extra rotazione femorale. Le lordosi sono sempre le deformazioni primarie da controllare e contrastare.
Muscoli della catena principale anteriore secondo Mezieres:

- Scaleni
- Intercostali
- Sistema fibroso profondo che tiene spesso il Diaframma e la massa viscerale
- Psoas
- Adduttori dell'anca
- Tibiali

La retrazione della grande catena anteriore ci curva in avanti. Stiramento "fisiologico" della catena anteriore con messa in tensione globale e assetto posturale generale: la retrazione degli adduttori dell'anca e degli psoas comporta un eccesso di adduzione delle cosce. La rigidità dei muscoli anteriori della gamba impedisce l'estensione completa dei piedi. 
Per allungare la catena anteriore bisogna:
- allargare gli arti inferiori, 
- allargare i piedi in estensione (equino), 
- insistere sulla rotazione esterna delle ginocchia. 
Ogni tentativo di allungare gli adduttori basculla il bacino in avanti, incava la regione lombare e fa salire la parte bassa del torace. Lo stiramento è quindi inefficace e in più causa malformazioni. La retroversione del bacino con il mantenimento della regione lombare al suolo e abbassamento del torace attraverso un'espirazione profonda, permettono un reale allungamento degli adduttori.
Catena Antero-Interna delle anche: fanno parte di suddetta catena gli Ileo Psoas e adduttori dell'anca. La catena antero-interna delle anche accentua la zona lombare, bascula il bacino in avanti e limita l'abduzione dei femori. 
Concludendo in riferimento a tutto quello descritto fin'ora, ed in particolare alle diverse e controverse azioni dello psoas iliaco e il suo particolare decorso anatomico, gli esercizi di stretching proposti di norma con un'ottica settoriale e monoarticolare hanno un'efficacia spesso limitata, se non nulla. 
Vediamo un approccio più globale e più funzionale, che porta spesso a risultati migliori da un punto di vista della flessibilità muscolare, in un'ottica posturale globale e con applicazione funzionale nella postura eretta di tutti i giorni, tipica dell'essere umano.

Roberto Bucosse
dott. in Scienze Motorie

Olio da cucina: perché quello extravergine di oliva è il migliore

L’olio extravergine di oliva ha un sapore inconfondibile, oltre che aromi e profumi diversi, in base alla qualità e al territorio di provenienza. Diversamente dagli altri oli vegetali proviene dalla spremitura meccanica di un frutto, appunto l’oliva, e lo sapevate che si tratta anche di un Alimento Funzionale? E’ ormai scientificamente dimostrato il suo potere terapeutico, proprio perché dotato di evidenti effetti benefici per la salute. Quindi attenzione a seguire diete troppo povere di grassi, nonché dannose e inutili. Ricordiamo infatti che così facendo mettiamo a rischio l’equilibrio del sistema nervoso e l’integrità della pelle, quindi in sostanza la nostra lucidità mentale e la bellezza. Dunque via libera all’olio extravergine di oliva che renderà tutti i piatti più gustosi, senza farci ricorrere a condimenti elaborati e dannosi, così che la nostra dieta possa diventare più saziante e piacevole pur mantenendo in equilibrio la glicemia e quindi sotto controllo il rilascio di insulina, l’ormone coinvolto nell’accumulo del grasso localizzato. Inoltre l’olio di buona qualità è anche un alimento essenziale nella prima infanzia, perché la composizione degli acidi grassi è simile a quella del latte materno. Ma perché l’olio extravergine di oliva è così buono per la salute? Se lo usiamo a crudo, come condimento, possiamo sfruttarne le note proprietà antiossidanti e anti-età grazie alla vitamina E presente in forma bioattiva (alfa-tocoferolo), agli acidi grassi essenziali omega 3 e 6 (linoleico e linolenico), ai composti polifenolici e allo squalene che contrasta l’invecchiamento cutaneo. Inoltre ricordiamo che le vitamine A, E, K e D contenute negli alimenti, essendo liposolubili, non possono essere assorbite in mancanza di grassi. Di conseguenza, anche il Calcio, in assenza di olio, viene mal assimilato in quanto la vitamina D ne regola l’assorbimento. E se poi vi dicessi che l’olio di oliva riduce il colesterolo? Sembra un paradosso e invece è proprio così: tra i fitosteroli in esso contenuti, il beta-sitosterolo riduce l’assorbimento del colesterolo, mentre gli alcoli terpenici ne migliorano l’escrezione. Poi ancora, le sostanze aromatiche favoriscono la secrezione di pepsina, enzimi pancreatici e della bile con effetto disintossicante e lassativo, mentre l’oleocantale è un toccasana per chi soffre di esofagiti e gastriti, poiché ha effetti protettivi su tutte le mucose, a partire dalla bocca e fino all’intestino. Per finire, è molto importante sapere che le sostanze antitumorali contenute nell’olio extravergine quali secoiridoidi, lignani, idrossitirosolo e tirosolo, sono più efficaci se assimilati insieme ad alimenti ricchi di fibra. Ecco perché aggiungere l’olio alle verdure rappresenta una perfetta sinergia per la salute, con importanti effetti anticancro. Ma quante ne volete allora dall’olio d’oliva? A questo punto, conservate tranquillamente il vostro elisir e che sia ben chiuso e al riparo da luce e calore, poiché un extravergine di qualità mantiene intatte tutte le sue proprietà per molti mesi e magari ogni tanto possiamo concederci anche qualche “buon” fritto, nel senso che potrà essere tale solo nel caso in cui l’olio sia di ottima qualità extravergine, infatti non contiene grassi idrogenati come la maggior parte degli oli raffinati sia di semi che di oliva e l’acido oleico (monoinsaturo), di cui è tipicamente ricco, è il più stabile anche a elevate temperature. 

www.rimedialnaturale.it

domenica 16 dicembre 2012

Il muscolo diaframma...questo sconosciuto

La medicina tradizionale ha diviso il corpo in tante specializzazioni: per il cuore ha il cardiologo, per le ossa l'ortopedico, per la pelle il dermatologo e così via... e per il diaframma??? 
... che è l'organo vitale per eccellenza mediante il quale respiriamo??? 
....quale specializzazione c'è???


Il diaframma è un muscolo strano, quasi invisibile, una sorta di lenzuolo tenuto ai bordi da tante mani.
Nella cultura occidentale ci hanno sempre insegnato che bisogna stare con la pancia in dentro e petto in fuori...e questo determina però una pessima capacità respiratoria perchè il diaframma tende a "bloccarsi" e a non espletare la sua funzione principale: permettere una respirazione naturale.
Quando il diaframma sale e scende, durante la respirazione corretta, attiva tutti gli organi interni, accarezza e massaggia il fegato, il cuore, i polmoni, lo stomaco e gli altri visceri, favorendo la peristalsi dell'intestino e del colon.
Da quanto detto si evince come l'attivazione corretta del muscolo diaframma favorisce tutti quei processi di autoguarigione del corpo.
Per non parlare del fatto che le sue inserzioni sul tratto cervicale, dorsale e lombare possono causare dolorie infiammazioni causati dalle sue retrazioni.

Concludendo, alla domanda "chi è lo specialista del diaframma?" possiamo sicuramente rispondere che l'operatore posturale non può che essere uno dei (pochi) possibili esperti del settore.