Le intolleranze alimentari sono delle allergie non allergiche, ovvero
il corpo reagisce come a una vera e propria allergia, ma in questo caso
il problema è reversibile.
Se ingeriamo una sostanza a cui siamo intolleranti, i linfociti
presenti nel nostro corpo fanno fronte a questa aggressione, abbassando
le difese immunitarie.
Attualmente le intolleranze effettivamente accertate sono quelle al
lattosio e al glutine, anche se in realtà l’intolleranza può essere a
qualsiasi alimento e soprattutto, le cause sono ancora ignote. Come
abbiamo detto qualche post fa, parlando della celiachia, una delle
teorie è che l’introduzione del latte vaccino troppo in anticipo nei
neonati, possa far aumentare l’insorgenza della malattia..
Inutile dire che, come per la celiachia, le intolleranze alimentari
vanno di moda negli ultimi anni. Ogni cosa che capita, ogni piccolo
fastidio intestinale, sono intolleranze alimentari.. Sempre e comunque.
In molti casi è effettivamente così, ma una delle domande che più ci
vengono rivolte è come fare a scoprire se l’intolleranza c’è o meno..
I test sono numerosi, ma la possibilità di un falso positivo è
abbastanza alta. Ci sono test non convenzionali e test scientifici, ma
non prenderemo in considerazione i primi, in quanto basati su metodi
empirici e discutibili, mentre quelli scientifici sono nati proprio in
risposta al dilagare di questi test un po’ assurdi spuntano come i
funghi, anche se la realtà dei fatti è che non ci sono a oggi test che
garantiscano un risultato sicuro al 100%.
I parametri che rendono impossibile un’ accuratezza nei test
scientifici sono la sensibilità del soggetto, ovvero la probabilità che
il soggetto possa presentare un test positivo. Se il test è affidabile
dovrebbe essere del 100%, i test non convenzionali arrivano al 30 %,
mentre quelli scientifici arrivano al massimo al 70%.
La specificità, ovvero la probabilità che il soggetto presenti un
test negativo. Dovrebbe essere 1, ma i test attualmente esistenti. Può
capitare spesso che ci siano soggetti perfettamente sani che risultino
positivi al test..
La tipologia di alimenti, in quanto ci sono alimenti per i quali è
piuttosto complesso dimostrare un’intolleranza. C’è un test, chiamato
Vega test, che viene usato per cercare intolleranze in alimenti come
cioccolato o lecitina di soia, altri come il DRIA, raffinano gli
alimenti stessi prima della ricerca, anche se questa semplificazione non
rende più semplice (scusatemi il gioco di parole) trovare
l’intolleranza..
La quantità di alimenti è molto importante, più se ne ricercano più è complicato trovare l’intolleranza.
Le estensioni.. Scoperta un’intolleranza, viene tolto l’alimento
positivo, ma spesso la situazione non migliora, al punto che è
necessario levare anche altri alimenti correlati. Per esempio, se una
persona è intollerante ai lieviti, il più delle volte non basta
eliminare il lievito chimico, ma anche lo yogurt, l’aceto e tutto ciò
che lievita.
A oggi quindi, cari i miei intolleranti, l’unico rimedio
effettivamente valido è sospendere l’alimento che sembra darvi il
problema per almeno 3 settimane. Si può valutare subito se la situazione
migliora o meno. Nel caso non cambiasse nulla, si eliminano gli
alimenti correlati per altre 3 settimane e si attendono i risultati.
L’unica soluzione è eliminare l’alimento per un certo periodo di
tempo, che viene solitamente stabilito da un dottore (a cui voi vi
sarete rivolti per parlare del vostro problema), un dietologo o il
vostro nutrizionista, per poi reintrodurlo poco alla volta, fino a
rientrare nella vostra routine, senza più fastidiosissimi problemini….
dott.ssa Paola Piumazzi - Farmacista
dal sito www.farmacistionline.net