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domenica 18 settembre 2011

Intolleranze alimentari: sintomi e rimedi


Di seguito sono schematizzati i principali disturbi che possono presentarsi nei casi di reazione avversa agli alimenti.
Apparato respiratorio: Riniti, sinusiti, tosse, sindrome asmatiforme
Apparato gastro-enterico: Coliti, colon irritabile, gonfiori, stipsi, diarrea, dolori addominali, gastrite, prurito anale
 
Apparato genito-urinario: Calo della libido, disuria, cistiti e vaginiti ricorrenti

Apparato cardio-circolatorio: Aritmie, palpitazioni

Apparato muscolo-scheletrico: Crampi, spasmi, dolori ossei e muscolari

Apparato cutaneo: Eczema, acne, prurito, seborrea

In altre parole le interferenze con il sistema immunitario possono essere all’origine di molte patologie. In particolare il continuo stimolo delle cellule dell’immunità porta alla formazione endogena di radicali liberi che danneggiano i tessuti con conseguenze anche gravi per lo stato di salute.

Oltre a ciò la presenza di intolleranze può generare sintomi generici, non correlabili a patologie vere e proprie quali: sovrappeso, facile affaticabilità, cefalea, difficoltà alla concentrazione.

L’alimentazione e lo stile di vita sono universalmente riconosciute come cause principali di intolleranza.

Lo stile di vita errato, soprattutto vita sedentaria, fumo e consumo di alcolici, porta all’insorgenza di disfunzioni gastro-intestinali (gastriti, coliti, stress…) che, a loro volta, sono “preparatorie” all’insorgenza delle intolleranze.

Una alimentazione incongrua come consumo in eccesso di grassi animali, scarso apporto di frutta, verdura e pesce, assunzione in via continuativa di latticini (che sono presenti in numerosi preparati industriali) ed altri, può alla lunga generare una stato di irritazione dell’apparato digerente, condizione favorente la genesi delle intolleranze.

È stato dimostrato da ripetute esperienze che la terapia farmacologica delle intolleranze da risultati solo parziali e mai definitivi (si interviene sul sintomo ma non sulla causa del disturbo).

L’approccio dieto-terapeutico ha invece dato buoni risultati. Per capire come bisogna procedere correttamente è necessario chiarire alcuni aspetti:

- la dieta deve essere gestita da specialisti accreditati

- l’elaborazione della dieta deve essere secondaria alla valutazione clinica e ai risultati di test appropriati che evidenzino gli alimenti mal tollerati

La dieto-terapia delle intolleranze contempla:

- diete di esclusione: individuati gli alimenti mal tollerati, si procede alla prescrizione di un regime dietetico che escluda tutti gli alimenti coinvolti per periodi anche lunghi. È stato notato che questo tipo di approccio non è esente da rischi per il paziente; vi sono situazioni cliniche (età pediatrica, gravidanza, anziani…) che mal sopportano regimi dietetici a volte troppo ristretti per essere compatibili con la salute del paziente.

- diete di rotazione: richiedono un impegno più articolato da parte sia del paziente che del medico prescrittore. Questo tipo di dieta contempla infatti l’esclusione a “cicli” degli alimenti coinvolti allo scopo di recuperare, nel tempo, l’intolleranza.

In sintesi molti esperti ritengono che le diete di esclusione a vita degli alimenti mal tollerati siano utili solo nei casi di allergia alimentare IgE mediata e solo nei casi in cui i livelli circolanti degli anticorpi siano molto elevati, mentre le diete a rotazione, che prevedono anche periodi di alimentazione libera, sono meglio accettate a parimenti efficaci per il recupero delle intolleranze.

Dr. Giuseppe Pigoli www.mieintolleranzealimentari.it

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